Chi viene licenziato per assenza ingiustificata ha diritto alla disoccupazione?

Domanda di: Giobbe Pellegrino  |  Ultimo aggiornamento: 17 marzo 2023
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Non tutti sanno che rientrano nella disoccupazione involontaria il licenziamento disciplinare per giusta causa (c.d.licenziamento in tronco per assenza ingiustificata) o per giustificato motivo e di conseguenza il lavoratore può avere accesso all'indennità anche in questi casi.

Cosa comporta il licenziamento per assenza ingiustificata?

Assenza ingiustificata e licenziamento per giusta causa

L'assenza ingiustificata, dunque, può sfociare nel licenziamento per giusta causa, che può per esempio avvenire qualora il dipendente vada in ferie in un periodo non concordato con il datore di lavoro.

Chi viene licenziato per assenza ingiustificata ha diritto alla Naspi?

Come infatti abbiamo detto, la Naspi spetta anche in presenza di un licenziamento disciplinare ossia, come nel caso di specie, per giusta causa.

Come farsi licenziare senza perdere il diritto alla disoccupazione?

Abbiamo detto che per licenziarsi senza perdere il diritto alla disoccupazione è sufficiente indicare all'INPS le dimissioni per giusta causa come motivazione.

Quanto costa licenziare un dipendente per assenza ingiustificata?

137/2021 e per il massimale previsto dalla circolare n. 14/2023 (nel 2022 il riferimento era la circolare n. 26/2022), il ticket di licenziamento ammonta a euro 603,11 (41% del massimale mensile di 1.470,99 euro) per ogni anno di servizio del lavoratore cessato, fino ad un massimo di euro 1.809,33.

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Chi viene licenziato per motivi disciplinari ha diritto alla Naspi?

In ogni caso, quale che sia la tipologia di licenziamento disciplinare, al lavoratore, in presenza degli ulteriori requisiti normativamente richiesti, spetta comunque il diritto alla Naspi.

Quando non si ha diritto alla disoccupazione?

L'indennità di disoccupazione può essere sospesa nel caso di rioccupazione con contratto di lavoro subordinato di durata non superiore a sei mesi e purché il reddito non sia superiore a 8.000 euro.

Quanti giorni di assenza ingiustificata per essere licenziato?

Come prima cosa notiamo che per la fattispecie dell'assenza ingiustificata è previsto il licenziamento “con preavviso” se le assenze si protraggono “oltre i 4 giorni consecutivi”.

Cosa vuol dire assenza ingiustificata?

Cosa significa assenza ingiustificata? Quando si parla di assenza ingiustificata si fa riferimento a un soggetto che non si presenta sul posto di lavoro, senza un valido motivo, quindi senza essere in malattia, in ferie, o senza avere chiesto un permesso.

Chi si licenzia ha diritto alla liquidazione?

Sì: il TFR (Trattamento di Fine Rapporto), spetta al lavoratore alla fine del proprio rapporto di lavoro qualunque sia la ragione per cui esso si concluda, quindi anche in caso di licenziamento per giusta causa.

Cosa succede se fai un'assenza ingiustificata al lavoro?

L'assenza ingiustificata può quindi esporre il lavoratore dipendente a una responsabilità disciplinare. Questo significa che l'azienda, previo obbligatorio espletamento di una procedura di contestazione può sanzionare il dipendente con ammonizione scritta, multa, sospensione, trasferimento o licenziamento.

Quando il lavoratore è licenziato per giusta causa ha diritto alla disoccupazione?

Unica eccezione riguarda proprio le dimissioni o il licenziamento per giusta causa. In questo caso, infatti, la legge riconosce il diritto all'indennità a prescindere dal fatto che il rapporto di lavoro sia terminato a causa di azioni o fatti imputabili al lavoratore.

Come lasciare il lavoro e prendere la disoccupazione?

In due soli casi é possibile percepire la disoccupazione in caso di dimissioni: quando le dimissioni avvengono per giusta causa e in caso di lavoratrici madri. Se quindi il lavoratore si dimette per giusta causa, ha comunque diritto all'assegno di disoccupazione.

Cosa fare dopo aver ricevuto la lettera di licenziamento?

Ma, anche dopo avere ricevuto la fatidica lettera di licenziamento, l'interessato può difendersi, contestando la decisione aziendale. Per fare ciò è indispensabile rispettare determinate scadenze, in particolare: 60 giorni per inviare una PEC o raccomandata all'azienda per notificare la volontà di fare ricorso.

Quando un datore di lavoro può licenziare?

Il licenziamento per giusta causa può essere disposto dal datore di lavoro quando il lavoratore realizza comportamenti disciplinarmente rilevanti così gravi da non consentire anche in via provvisoria la prosecuzione del rapporto di lavoro.

Quando scatta il licenziamento?

Il licenziamento per giusta causa

assenze ingiustificate, che causano gravi difficoltà organizzative all'azienda. presentazione di falso certificato medico. rifiuto a lavorare dopo la malattia. abbandono del posto di lavoro, in modo particolare se il dipendente ricopre ruoli di sorveglianza o custodia.

Cosa si intende per licenziamento per giusta causa?

Costituiscono, in particolare, giustificato motivo oggettivo la crisi dell'impresa, la cessazione dell'attività o anche solo il venir meno delle mansioni cui è assegnato il lavoratore, senza che sia possibile il suo ricollocamento in altre mansioni esistenti in azienda e compatibili con il suo livello di inquadramento.

Come faccio a sapere se ho diritto alla disoccupazione?

Chi ha diritto alla Naspi

possedere almeno tredici settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti l'inizio del periodo di disoccupazione; almeno trenta giornate di lavoro effettivo nei dodici mesi precedenti (per gli eventi di disoccupazione a partire dal 2022 non è piu necessario)

Che differenza c'è tra la Naspi e la disoccupazione?

La disoccupazione ora è chiamata anche Naspi, cioè la Nuova Prestazione di Assicurazione Sociale introdotta dal Jobs Act in sostituzione degli altri sussidi di disoccupazione.

Quando scatta il diritto alla disoccupazione?

Quando si ha diritto alla disoccupazione? La Naspi spetta ai lavoratori subordinati che hanno perso involontariamente il lavoro. Per poter richiedere l'assegno di disoccupazione bisogna avere almeno 13 settimane di contribuzione versata nei 4 anni precedenti l'inizio del periodo di disoccupazione.

Quali sono i licenziamenti disciplinari?

Il licenziamento disciplinare è la sanzione estrema che il datore di lavoro ha a disposizione per i comportamenti del lavoratore che viola le regole di comportamento stabilite dalla legge, dai contratti collettivi e che non rispetta le norme contenute nel codice disciplinare dell'azienda.

Qual è la differenza tra licenziamento per giusta causa e il licenziamento per giustificato motivo soggettivo?

Dunque nel caso di licenziamento di giusta causa, il rapporto di lavoro viene interrotto immediatamente e non è prevista alcuna indennità, mentre nel caso di licenziamento per giustificato motivo soggettivo, è prevista l'indennità di preavviso.

Cosa succede con licenziamento disciplinare?

Si tratta in genere di comportamenti ripetuti nel tempo che vanno ogni volta contestati al lavoratore. Nelle ipotesi di licenziamento disciplinare per giustificato motivo il datore di lavoro può interrompere il rapporto di lavoro ma è obbligato a rispettare un termine di preavviso.

Chi si dimette volontariamente ha diritto alla disoccupazione?

Rassegnare le dimissioni solitamente preclude la possibilità di richiedere l'indennità di disoccupazione conosciuta come Naspi. Questo perché uno dei requisiti essenziali per godere della disoccupazione è la perdita involontaria del rapporto di lavoro.

Cosa deve pagare il datore di lavoro in caso di licenziamento?

L'importo del ticket licenziamento è fissato in misura pari al 41% del massimale mensile di disoccupazione (il cui importo è comunicato con apposita circolare INPS ogni anno) per ogni 12 mesi di anzianità aziendale del cessato negli ultimi tre anni. Per quest'anno si considera la circolare n. 14 del 3 febbraio 2023.