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Siamo abituati a vedere i tatuaggi realizzati con inchiostro nero, soprattutto per i bordi. Negli ultimi anni invece, grazie alle nuove correnti artistiche che interessano il mondo dei tattoo, sono in molti ad aver scelto di farsi un tatuaggio blu. L’effetto a colpo d’occhio è senza dubbio interessante e forse più leggero di un tatuaggio con outlines nere, ma nel caso in cui si scelgano motivi floreali il risultato diventa eccezionale, simile ai piccoli dipinti delle porcellane!

Spendiamo però qualche parola per questo colore, svelandone qualche curiosità. Innanzitutto, nella storia il blu era considerato un colore poco positivo: per i romani era il colore degli occhi dei barbari, mentre per i greci (che lo chiamavano Cyanos, da cui Cyan e Ciano) era il colore del malessere, dei cianotici.

Col cristianesimo però si cambiò la percezione del blu, che diventò infatti il colore della vergine Maria e pertanto, simbolo di pace, calma, serenità. Per gli egizi era il colore della spiritualità e dell’introspezione e in Oriente era addirittura un colore in grado di proteggere dal malocchio.

Da blu deriva anche il termine musicale Blues. Il blu associato all’umore (spesso usato in inglese in espressioni come “I’m feeling blue”) significa malinconia. Inoltre, il blu è il colore del sangue reale, per una motivazione piuttosto curiosa: prima che l’abbronzatura diventasse qualcosa da ricercare, essere abbronzati indicava che si era lavoratori della terra. I nobili, di contro, mostravano il loro status con un pallore il più candido possibile, e quando la pelle è estremamente bianca le vene superficiali che sono visibili a occhio nudo sono generalmente di colore blu.