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Bellissime, di talento, pin-up e acrobate e…ribelli! Le donne tatuate del ‘900 non erano di sicuro considerate, ai tempi, delle donne modello. Benché i tatuaggi esistano sin dai tempi più antichi, in occidente tatuarsi diventò una pratica demonizzata, finché diventò clandestina e simbolo di prigionieri, delinquenti, viaggiatori. Basti pensare che solo negli ultimi decenni e in particolare modo negli ultimissimi anni, i tatuaggi sono diventati quasi oggetto di moda e la percentuale di gente non tatuata va via via assottigliandosi sempre più.
Ma torniamo alle nostre “Suicide girls del ‘900“, queste bellissime eroine sovversive e controtendenza alle quali sono stati dedicati addirittura libri.
Dalla metà dell’800 le donne tatuate si esibivano al circo, mostrando i propri corpi tatuati come se fossero dei fenomeni, o addirittura nei freak show. Tra le più famose vi era senz’altro Nora Hildebrandt: Nora aveva sul suo corpo ben 365 tatuaggi, uno per ogni giorno dell’anno. I suoi tatuaggi raccontavano una storia abbastanza triste: gli indiani d’America la rapirono e la torturarono legandola a un albero e, siccome il padre di Nora erano un tatuatore, lo costrinsero ad eseguire sul corpo della figlia un tatuaggio al giorno. Naturalmente, questa storia cruenta era solo parte dello spettacolo, benché il padre di Nora fosse davvero un tatuatore.
Tra le più coraggiose vi fu Betty Broadbent, che per sfidare le restrittive convezioni dell’epoca ebbe la faccia tosta di presentarsi a concorso per Miss America ricoperta da capo a piedi di tatuaggi!
Queste donne tatuate, benché ribelli di prim’ordine, erano comunque considerate artiste da circo, delle freaks. Colei che portò i tatuaggi nel mondo della “gente per bene” fu un’altra grande donna, Elizabeth Weinzirl: moglie di un dottore, Elizabeth cominciò a tatuarsi nel 1940 fino a ricoprire quasi interamente il suo corpo. In età avanzata si prestò per degli scatti fotografici, e guadagnò notorietà come la ‘Tattoed Granny’, la ‘nonnina tatuata’.
Tanto di cappello a queste donne stupende e al loro coraggio! 🙂