fu vittima del cognato Pigmalione, re di Tiro in Fenicia
Fenicia
La Fenicia fu il paese dei Fenici. Storicamente non fu mai uno stato unificato, centralizzato e retto da un re, ma una coalizione di città libere. Ciò vale sia per la Siriofenicia biblica, avente Tiro quale centro principale, che per la Libifenicia, guidata da Cartagine.
, che l'uccise per impossessarsi delle sue grandi ricchezze; un inutile omicidio, perché S. rivelò in sogno alla moglie il luogo dov'erano nascosti i tesori per consentirle di rientrarne in possesso e le consigliò la fuga.
Qui, rimanendo fedele alla memoria di S., non volle cedere al pretendente re Iarba e si uccise salendo sul rogo. La leggenda subì a Roma, già in Nevio, mutamenti, con la comparsa di Enea, per amore del quale Didone ruppe il giuramento di fedeltà fatto al marito.
43 del primo libro intitolato Viduae gentiles, aveva esaltato l'immagine di una Didone fedele a Sicheo; Petrarca e Boccaccio si riallacciarono a tale rielaborazione patristica del mito della regina fenicia, e la dipinsero anche loro come una casta vedova.
Didone fu la mitica fondatrice della città di Cartagine, della quale si hanno notizie da alcuni storici romani; tuttavia il resoconto più noto delle vicende che la videro protagonista è quello messo in poesia da Virgilio in [ Eneide libro I, versi 365-369].
Nell'Eneide la figura del discendente dell'eroico Enea è presente molte volte, come in questo passo: secondo la leggenda Didone si sarebbe innamorata del futuro fondatore di Roma a causa di una freccia scagliatagli dal dio dell'amore, Cupido, il quale aveva però assunto le sembianze di Ascanio; proprio per questo la ...