Per scegliere gli abbinamenti più adatti e degustarlo al meglio è importante conoscere la quantità di residuo zuccherino. In base a questo criterio di classificazione, il Prosecco si denomina “Extra brut” (fino a 0,3 g/l di residuo zuccherino) “Brut” (fino a 12 g/l) “Extra Dry” (12-20 g/l) e “Dry' (20-35 g/l).
Prosecco EXTRA DRY è un termine un po' ingannevole infatti nonostante la sua traduzione letterale (extra secco!!), rappresenta un Prosecco di maggiore “dolcezza” rispetto al Brut (tra i 12 e i 17 gr/l di zucchero). Il Prosecco EXTRA DRY riscuote più successo come aperitivo perché il suo boccato è più morbido.
Nella classificazione degli spumanti, uno spumante Brut è molto secco mentre all'opposto si trova quello dolce, definito Dry. Uno spumante Brut ha un residuo zuccherino bassissimo, con un valore tra 6 e 12 g/l (il Dry, per intenderci, ha un residuo zuccherino con valore tra 17 e 32 g/l).
Il Prosecco vanta tre principali tipologie legate alle zone di produzione: Prosecco Conegliano Valdobbiadene DOCG (Sottozone 'Cartizze' e 'Rive'), Prosecco Asolo DOCG, Prosecco DOC. Scopriamo insieme la storia, le caratteristiche e le differenze tra le varie tipologie di Prosecco.
Degustazione del Prosecco. Alla vista è di un bel colore giallo paglierino chiaro, con leggeri riflessi verdognoli. Il perlage è fine e persistente, la spuma cremosa e vivace. Al naso le sue caratteristiche di fragranza rivelano la compresenza di note di mela matura e di pere, su un delicato sfondo floreale.