Domanda di: Ing. Erminia Marchetti | Ultimo aggiornamento: 12 dicembre 2023 Valutazione: 4.5/5
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Il preavviso, generalmente, inizia a decorrere dal momento in cui il datore di lavoro viene a conoscenza della volontà del lavoratore di dimettersi. In altri casi, a seconda del contratto, esso si conta dal 1° giorno o dal 15° giorno del mese. Attenzione anche ai patti di stabilità o alle clausole penali!
Molti CCNL dispongono che il preavviso cominci a decorrere non dalla comunicazione al datore, bensì da una data precisa come il 1° o il 15° giorno del mese. Ad esempio il CCNL Terziario – Commercio statuisce che i termini di preavviso si conteggino dal 1° o dal 16° giorno del mese.
Cosa succede se non si fanno tutti i giorni di preavviso?
Se la parte che intende interrompere il rapporto di lavoro non rispetta il periodo di preavviso, è tenuta a corrispondere alla controparte un'indennità sostitutiva dello stesso, pari alle retribuzioni che il lavoratore avrebbe percepito se avesse lavorato durante il preavviso.
Cosa succede se vado via prima dei giorni di preavviso?
Il mancato rispetto del preavviso o una pretestuosa “giusta causa” rappresentano un inadempimento del lavoratore, con la conseguenza che l'azienda può trattenere dall'ultima busta paga la somma corrispondente ai giorni di mancato preavviso.
In media i giorni di preavviso possono andare, nel caso del Ccnl Terziario della distribuzione e dei servizi, dai 10 ai 45 giorni con 5 anni di servizio, ai 15 ai 60 giorni fra 5 e dieci anni di servizio, dai 15 ai 90 giorni oltre 10 anni di servizio; per i Metalmeccanici, da 7 giorni a 2 mesi con 5 anni di servizio, ...