Domanda di: Dr. Marcella Ferretti | Ultimo aggiornamento: 15 dicembre 2023 Valutazione: 4.2/5
(45 voti)
Nel plur.: a. Funzione, incarico o compito assunti ed esercitati al posto di chi ne è il titolare, o di colui a cui spetta normalmente esercitarli, nelle espressioni fare, sostenere le veci di qualcuno: occorre la firma del padre o di chi ne fa le veci; faccio io ora le v.
Vicario è, in sostanza, equivalente a vice sul piano semantico: oltre tutto, tanto il/la vice quanto il vicario/la vicaria sono nominati direttamente dal/dalla titolare della carica, in quanto persone di sua fiducia.
Quando è seguito dalla preposizione di, e assume il significato di “in luogo di”, “al posto di” e simili, molti preferiscono scindere le due componenti: “Sono corso io in vece di mio fratello”, “Eccoti questo libro in vece di quello”.
Almeno dal Cinquecento la parola vice, della cui origine dal latino si è appena detto, viene usata come primo elemento di composti comprendenti nomi di professioni, cariche o uffici per indicare chi può “fare le veci” del/della titolare, esercitandone temporaneamente le funzioni in caso di assenza o impedimento.
Andarsene con Dio (in frasi imperative e per lo più eufemistiche), per i fatti proprî: va' con Dio, andate con Dio. Di pioggia violenta, di una grandinata: vien giù che Dio la manda.