Qual è il fumo di terza mano?

Domanda di: Enrica Bellini  |  Ultimo aggiornamento: 15 novembre 2023
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In questo ultimo caso parliamo di “fumo di terza mano” che si verifica appunto quando siamo esposti alle sostanze tossiche rilasciate dalle sigarette che si depositano sui vestiti e sulle superfici (ad esempio auto, divani, tende, ecc.), su pelle e capelli e possono essere inalate, ingerite e assorbite.

Qual è la differenza tra il fumo attivo e passivo?

Chi si accende una sigaretta si espone al fumo attivo (o “di prima mano”) e chi si trova in presenza di qualcuno che sta fumando è esposto al fumo passivo (o “di seconda mano”). Si può però essere esposti anche alle sostanze tossiche rilasciate dalle sigarette e accumulatesi sulla pelle, sui vestiti e sulle superfici.

Perché il fumo fa bene?

Il fumo combatte la perdita di efficienza che si verifica nell'esecuzione di lavori monotoni e ripetitivi. Insomma, secondo Whitby, il fumo calma gli ansiosi, stimola i depressi, aumenta la capacità di sopportare il dolore, aiuta contro l'obesità, favorisce l'attività intellettuale e può persino allungare la vita.

Come sono i polmoni dopo 20 anni di fumo?

Nella quasi totalità dei casi, tutti i fumatori dopo un'esposizione di almeno 20 anni al fumo di tabacco sviluppano bronchite cronica e/o enfisema polmonare, spesso anche in combinazione l'uno all'altro: basti pensare alla bronco-pneumopatia cronica ostruttiva, anche nota come BPCO.

Perché il fumo passivo fa più male?

Il fumo passivo contiene infatti più di 50 sostanze cancerogene, che vengono inalate dai non fumatori quasi nelle stesse quantità che assorbe chi fuma. E poiché l'organismo dei bambini e degli adolescenti è ancora in via di sviluppo, sono proprio i più piccoli i più vulnerabili rispetto agli effetti del fumo passivo.

Che cos'è il fumo di terza mano