Cicerone, comunque, alla fine, era un uomo sincero quando difendeva la Repubblica: era convinto, infatti, che l'unica e vera forma di governo, la migliore per Roma, fosse la Repubblica, amministrata dal Senato.
Cicerone era un politico, ha agito direttamente, aveva capito che bisogna rinnovare la cultura: ha prodotto, infatti, un nuovo modello culturale, un nuovo modello di società, un nuovo modello di uomo (humanitas). Era un idealista, il suo pensiero era utopico, non è infatti riuscito a cambiare la realtà!
Secondo Cicerone, erano populares coloro che desideravano che le proprie azioni risultassero gradite al popolo; non è tuttavia corretto considerare i populares come democratici nel senso proprio del termine: essi, piuttosto, «non esitavano ad agire tramite il popolo quando vedevano o professavano di vedere la necessità ...
Il piano sedizioso fu denunciato da Cicerone, allora console, con una folgorante orazione e Catilina, abbandonata la capitale, raggiunse l'esercito del suo luogotenente Caio Manlio in Etruria.
Clodio fece pagare a Cicerone la copa di aver condotto processi sommari contro i catilinari. Nel 58 Clodio lo fece condannare perché aveva mandato a morte dei cittadini romani senza l'iter dell'assenso popolare. La pena consistette in sedici mesi di esilio in Grecia.