Che cosa è la violenza verbale?

Domanda di: Ing. Samuel Mazza  |  Ultimo aggiornamento: 17 marzo 2023
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La violenza psicologica è un insieme di atti, parole o sevizie morali, minacce e intimidazioni utilizzati come strumento di costrizione e di oppressione per obbligare gli altri ad agire contro la propria volontà.

Quando è violenza verbale?

La violenza verbale consiste in una serie di attacchi alla persona basati prevalentemente sul linguaggio, mirati a umiliare, denigrare, offendere l'interlocutore, in maniera diretta (insulti, urla, parole scurrili) o indiretta (svalutazione del valore personale, in toto o in relazione ad alcuni ruoli, insoddisfazione ...

Cosa si rischia per violenza verbale?

In alcuni casi le aggravanti possono essere gravissime e la pena può essere ulteriormente innalzata fino ad arrivare da un minimo di 6 anni e fino a 12 anni di detenzione in carcere. Minaccia: art. 612 del c.p.. In questo articolo si discute di violenza verbale e la pena arriva fino ad 1 anno di reclusione.

Quali sono le aggressioni verbali?

Si tratta della classica intimidazione fatta per mettere paura alla vittima (“Ti ammazzo”, “Te la faccio pagare”, ecc.); maltrattamenti, ma solo quando le aggressioni verbali sono gravi, ripetute e dirette nei confronti di un convivente [3].

Come si chiama la violenza verbale?

Per violenza psicologica s'intende infatti una forma subdola di maltrattamento che ha come elemento comune un meccanismo di sopraffazione che nel tempo mina il valore personale, il senso di identità, la dignità e l'autostima di un'altra persona.

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