Domanda di: Tristano De luca | Ultimo aggiornamento: 18 marzo 2023 Valutazione: 4.6/5
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Con Urbano VIII e Benedetto XIV si elaborarono norme ancora più precise, definendo la distinzione fra beati e santi: il beato gode solamente di un culto pubblico locale, il santo, invece, viene proposto al culto della Chiesa universale.
Per essere “promosso” a santo, il beato (a eccezione dei martiri) deve compiere un ulteriore miracolo dopo la beatificazione. A differenza dei primi due appellativi, santissimo non si riferisce mai agli uomini, ma solo a Dio.
Perché un venerabile sia proclamato beato occorre (salvo dispensa papale) che siano passati almeno cinque anni dalla sua morte e che si sia verificato un miracolo (dal latino miraculum, cosa meravigliosa) ascrivibile all'intercessione del candidato stesso.
Che differenza c'è tra beatificazione e santificazione?
"Beatificazione" è il riconoscimento formale, da parte della Chiesa, dell'ascensione di una persona defunta al Paradiso. Tuttavia però i beati non possono ancora essere considerati formalmente santi. Lo stato di santità viene riconosciuto al termine di un processo più lungo che prende il nome di "canonizzazione".
Il beato può diventare santo dopo un'apposita procedura che in genere dura alcuni anni. La decisione di un esito positivo o meno del processo spetta al Pontefice e si sancisce attraverso un atto pontificio.