Polifemo, figlio del dio Poseidone, è un mostruoso gigante con un solo occhio in mezzo alla fronte, che vive solo, dedito alla pastorizia. È diverso dagli uomini e non rispetta le loro regole: non onora gli ospiti (che anzi divora), non rispetta gli dei.
Nell'Odissea Polifemo è identificato come un ciclope figlio di Toosa e Poseidone. Ulisse durante un viaggio in seguito alla guerra di Troia, arriva nel luogo dei Ciclopi. Finchè arriva davanti la grotta di Polifemo, dove venne imprigionato insieme ai suoi compagni.
Polifemo, urlando che “Nessuno l'ha accecato”, chiede aiuto agli ignari compagni che lo invitano a pregare il padre Poseidone. All'alba Odisseo lega i compagni al ventre delle pecore, che il ciclope palpa solo sul dorso, prima di farle uscire.
A Polifemo è legata la leggenda della ninfa Galatea di cui egli si era innamorato non corrisposto poichè la ninfa amava il giovane Aci. Un giorno, mentre Galatea e Aci riposavano insieme, Polifemo, accecato dalla gelosia, prende una grossa roccia e la scaraventa contro i due.
Polifemo: ciclope, pastore, cieco, diverso, peloso, sgraziato, comico, monstrum in fronte, monstrum in animo. Eccelle in bruttezza: è un essere immane che abita in una grotta fra le capre e la muffa del tempo, quel tempo che non gli renderà mai conto, ciclopico anche esso, immobile, profondo e inespresso.