Chi non accusai, dissennato, degli uomini e degli dei? O cosa vidi di più crudele nella città distrutta? Penati, e li celo nella cavità della valle. Troia e di esporre di nuovo la vita ai pericoli.
vengono meno e non escono né voce né parole): così la Furia, a Turno, qualunque via egli tenti con il proprio valore, nega la vittoria." Si descrive una vera e propria similitudine che tratta della morte di Turno che ne spiega i suoi ultimi atti di vita.
Come l'Iliade, anche l'Eneide si conclude con un duello, in cui l'eroe protagonista, Enea, uccide il suo principale nemico, Turno. La sua morte è decisa dal destino, ed è necessaria perché si compia la fondazione di Roma. Per questo l'episodio è caratterizzato da un senso di ineluttabilità.
Enea ordina al padre Anchise di salire sulle sue spalle, al figlio Iulo di seguirlo da vicino, alla moglie di stargli a una certa distanza e ai servi di raggiungerlo fuori della città sotto un cipresso vicino al tempio di Cerere.
Il viaggio di Enea è un viaggio finalizzato che obbedisce, nel suo errare a moniti divini e profezie provvidenziali (dare origine ad una gente da cui discenderà Roma): la sua esperienza è costituita dal superamento della frontiera del tempo perché, al compimento della catabasi negli Inferi, ha la prefigurazione del ...