“Si tratta della sindrome chiamata Night Eating Syndrome (alimentazione incontrollata notturna) - ci spiega sempre la Dottoressa - che ha origine psicologica e si lega a disturbi dell'alimentazione, del sonno e dell'umore.
Il cibo ha un effetto rilassante e calmante che aiuta ad addormentarsi. In alcuni casi invece si verifica la situazione opposta: si ha difficoltà a riuscire a riaddormentarsi. Alterazione del sonno: risvegli frequenti durante la notte che portano la persona a mangiare oppure insonnia con difficoltà all'addormentamento.
Chi soffre di Binge Eating Disorder si sveglia di notte per assumere cibo, ma i risvegli non sono così frequenti e costanti, come nella sindrome da alimentazione notturna, e la quantità di cibo assunta durante le abbuffate è maggiore rispetto a quella assunta durante gli episodi della night eating syndrome.
Alla base degli attacchi di fame notturni potrebbe esserci anche uno squilibrio di serotonina, il neurotrasmettitore che regola la sensazione di fame e sazietà. Più i livelli sono bassi, più aumenta la fame. I carboidrati complessi sono l'antidoto naturale per riportare in equilibrio il livello di serotonina ottimale.
Da alcuni anni poi sappiamo che mangiare a tarda notte è associato a un aumento del rischio di diabete tipo 2, anche se non è ancora chiaro quale sia il meccanismo intrinseco. Comunque, è ormai dimostrato come l'assunzione di cibo di notte abbia effetti negativi sul metabolismo degli zuccheri.