Domanda di: Dr. Karim Palmieri | Ultimo aggiornamento: 19 marzo 2023 Valutazione: 4.3/5
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Altri autori come Salvatore Quasimodo o Giacomo Leopardi hanno invece vissuto un pessimismo più personale, e cosmico. Autore invece diverso è stato Giovanni Pascoli che, seppur avvicinandosi molto al pessimismo dell'epoca, è invece appartenuto al decadentismo.
Il pensiero e la poetica di Giacomo Leopardi, come anche tutto l'aspetto filosofico di idee e degli ideali del poeta e filosofo italiano, ruotano intorno al pessimismo di natura.
Il pessimismo in Leopardi nasce dalle sue precarie condizioni fisiche che lo portano a pensare che la morte possa essere migliore della vita. Al suo pessimismo contribuisce anche la visione romantica della morte, una condizione eroica piuttosto che una vita senza aspettative.
Al centro del pensiero di Leopardi si pone un motivo pessimistico, ossia l'infelicità dell'uomo. Per lui la felicità corrisponde al piacere, materiale e sensibile, che sia infinito, sia per estensione che per durata; ma i piaceri di cui può godere l'uomo non sono infiniti, da cui nasce quindi la sua infelicità.
LA NATURA ORA È CONSIDERATA MALVAGIA, PERCHÉ SUSCITA NELL'UOMO DESIDERI IRREALIZZABILI. La Natura è una matrigna malvagia e indifferente, creatrice di un bisogno di piacere che non può mai essere soddisfatto e che ci rende infelici.