Come distinguere vocali brevi è lunghe?

Domanda di: Radio Negri  |  Ultimo aggiornamento: 17 marzo 2023
Valutazione: 4.5/5 (13 voti)

la quantità è lunga, se la parte vocalica della sillaba è costituita da una vocale lunga (η, ω, α lunga, ι lunga, υ lunga) o da un dittongo (ου, ει); la quantità è breve, se la parte vocalica della sillaba è costituita da una vocale breve (ε, ο, α breve, ι breve, υ breve).

Quali sono le vocali brevi?

È verosimile che già in latino classico le differenze temporali fossero correlate a differenze timbriche, con le vocali aperte meno periferiche o meno tese e le vocali lunghe più periferiche o più tese: pertanto le vocali brevi del latino ĭ, ĕ, ŏ, ŭ sarebbero state articolate rispettivamente come /ɪ/, /ɛ/, /ɔ/, /ʊ/.

Quali sono le vocali lunghe e brevi in latino?

In latino si distinguevano vocali brevi, indicate a stampa coi segni Ă / ă, Ĕ / ĕ, Ĭ / ĭ, Ŏ / ŏ, Ŭ / ŭ, e vocali lunghe, indicate coi segni Ā / ā, Ē / ē, Ī / ī, Ō / ō, Ū / ū.

Quali sono le vocali lunghe in italiano?

La lunghezza vocalica si indica con [:]. In italiano standard le vocali toniche si considerano lunghe in sillaba aperta e brevi in sillaba chiusa: ['pa:la] ['palla]. Sono brevi le vocali finali di parole tronche: [brevi'ta]. Le vocali atone sono considerate sempre brevi.

Come capire se le vocali sono aperte o chiuse?

Le vocali aperte (ad es., [a] e [ɑ]) sono prodotte con il maggior spazio possibile tra lingua e palato (o velo). Quelle chiuse (ad es., [i] e [u]) sono articolate con il minimo spazio tra lingua e palato (nel caso delle vocali anteriori), ovvero tra lingua e velo (nel caso delle vocali posteriori).

Breve o lunga? La quantità vocalica e la quantità sillabica in latino in 5 minuti!