è come un ragazzaccio aspro e vorace, con gli occhi azzurri e mani troppo grandi per regalare un fiore; come un amore con gelosia. Da quest'erta ogni chiesa, ogni sua via scopro, se mena all'ingombrata spiaggia, o alla collina cui, sulla sassosa cima, una casa, l'ultima, s'aggrappa.
Come definiresti la prima strofa della poesia Trieste?
Livello lessicale: Trieste nella prima strofa è definita la città, nella seconda assume il nome proprio e nella terza diventa la mia città. Questa differenza delinea il passaggio da una visione oggettiva ad una soggettiva. La rima “fiore/amore” richiama il concetto espresso nella poesia “Amai”.
Che cosa può simboleggiare il cantuccio in cui il poeta si apparta per osservare la città?
In questa città, «che in ogni parte è viva» (v. 23), il poeta riesce a trovare, dopo aver «salita un'erta» (v. 2) e quindi da un'altura, che gli offre una vista privilegiata, un «cantuccio» in cui può confrontarsi con la propria solitudine.
Trieste è per Saba un luogo privilegiato anche per il suo carattere contraddittorio: è una città portuale, aperta, disinibita e sempre giovane di vita nuova e fresca, e al tempo stesso è una città riservata e diffidente, graziosa di una grazia scontrosa e acerba (Trieste).
Rappresenta da secoli un ponte tra l'Europa centrale e quella meridionale, mescolando caratteri mediterranei, mitteleuropei e slavi ed è il comune più popoloso e densamente popolato della regione. Il porto di Trieste dal 2016 è il porto italiano col maggior traffico merci ed è uno dei più importanti nel sud Europa.