La natura di D'Annunzio è carica di energia ed è a questa energia che l'individuo aspira e a cui si abbandona nella sua unione con la natura. La natura, dunque, sembra avere una vitalità maggiore rispetto all'uomo, che nella fusione con essa vi si adegua e la assume su di sé.
Quale aspetto assume la natura nella pioggia nel pineto?
La pioggia nel pineto di Gabriele D'Annunzio
Di solito poniamo la natura al di fuori di noi, come se fosse una realtà a sè stante, ma in realtà, noi in quanto creature naturali, siamo parte integrante della natura. Perciò, secondo il poeta, l'uomo può dare sfogo alle sue energie primitive, avulse dalla moralità.
Il panismo deriva dal greco παν, tutto, e si riferisce alla tendenza del confondersi e mescolarsi con il Tutto e con l'assoluto, due concetti chiave del decadentismo. In D'Annunzio il tutto prende la forma della natura, riferimento al dio greco Pan, divinità dei boschi e tutte quelle che hanno a che fare con la natura.
D'annunzio, infatti, è convinto non solo che i sensi siano l'unico mezzo per accostarsi alla realtà, ma anche che solo l'arte può dare forma a un mondo di raffinata bellezza, lontano dalla vita banale di tutti i giorni, un mondo ideale contrapposto alla volgarità della vita materiale.
Il poeta inizia, rivolgendo alla sua compagna, Ermione, l'invito a tacere (Taci.) per poter cogliere con particolare attenzione tutte le voci della natura sotto la pioggia. Successivamente, l'invito a tacere si trasforma in un invito ad ascoltare (Ascolta, Odi?, Ascolta, Ascolta, Ascolta, Ascolta).