Domanda di: Rosita Battaglia | Ultimo aggiornamento: 17 marzo 2023 Valutazione: 4.3/5
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La differenza tra bolletta luce residente e non residente riguarda una parte degli importi relativi alla spesa per la materia energia, la parte relativa alla spesa per il trasporto e la gestione del contatore e alla spesa per oneri di sistema e per le imposte.
Quanto cambia la bolletta da residente a non residente?
Oggi per tutte le utenze domestiche (residenziali e non) esiste la tariffa TD che non considera più la differenza della bolletta luce tra residente e non residente. Non è progressiva e il costo per la gestione del contatore e delle spese di trasporto sono uguali per i due tipi di utenze.
Cosa cambia tra tariffa residente e non residente?
Come suggerisce il nome, la tariffa “residente” è destinata alle forniture legate alla casa di residenza. Rispetto a quella per “non residenti”, permette di risparmiare sulla bolletta: anche se pagano il canone TV, i “residenti” sono esentati dalla quota aggiuntiva di 72,85 € annui.
Le utenze luce e gas senza residenza con consumi bassi o nulli pagano un costo annuo sulle bollette aumentato del +109 per cento (fino a 150 euro in più l'anno). Quelle che consumano mediamente da 500 a 1.500 kWh annui pagano dall'11 per cento al 47 per cento in più (fino a 118 euro in più l'anno).
La quota fissa della bolletta luce per i clienti che non sono residenti prevede un costo fisso di circa 135 euro all'anno, applicato anche alle abitazioni con un consumo elettrico basso o nullo, in quanto è indipendente dall'energia utilizzata.