Egli li istruì a pregare: «E rimettici i nostri debiti [offese] come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori [coloro che ci hanno offeso]» (Matteo 6:12) e «perdonaci i nostri peccati, poiché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore» (Luca 11:14).
Gesù sta parlando del perdono. Pietro gli si avvicina e gli chiede se deve perdonare fino a sette volte il fratello che sbaglia nei suoi riguardi. A questa domanda Gesù risponde con la frase volutamente paradossale: « Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette. » ( Matteo 18,22, su laparola.net. )
La parola perdono viene dal latino medievale per-donare. È composta dalla particella latina per che indica un compimento e donare che significa concedere. Perdonare, nella sua radice, significa quindi donare completamente senza condizioni. Proprio come lo è un dono non c'è più possibilità di far marcia indietro.
Sì, è possibile ricevere il perdono di Dio senza sacerdote. Basta parlare con Lui e dirgli la verità: «Signore ho combinato questo, questo, questo», quindi chiedere perdono, recitare un Atto di dolore «ben fatto» e promettergli: «Dopo mi confesserò, ma perdonami adesso». E subito si torna alla grazia di Dio.
Saper perdonare è essere in grado di “lasciar andare”, nella consapevolezza di quanto l'altro ci abbia fatto soffrire o messo in difficoltà. Per perdonare è necessario superare il rancore, il risentimento, mettere da parte il desiderio di vendetta e di far passare all'altro ciò che abbiamo subito.