Domanda di: Ing. Cesidia Milani | Ultimo aggiornamento: 17 marzo 2023 Valutazione: 4.9/5
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Devi sapere, infatti, che ci sono alcune frasi e parole tabù che, sebbene molti reputino “innocenti” o addirittura “gentili”, in realtà, non si dovrebbero mai pronunciare durante una conversazione, per etichetta, buon senso, educazione, rispetto: per esempio, non si dice “piacere” e nemmeno “salve”.
Il bon ton a tavola vi vieta categoricamente di appoggiare i gomiti sulla tavola o di tenere sulle gambe la mano che non è impegnata con le posate, destra o sinistra che sia. Entrambe le mani devono essere sul tavolo.
Non fare mai la scarpetta, non soffiare nel piatto per raffreddare il cibo a costo di beccarsi un'ustione di terzo grado. Non far sentire il rumore del masticamento ! Nel caso in cui si sta per terminare una minestra, sollevare il piatto verso il centro tavola per raccogliere il brodo con le ultime cucchiaiate.
Tutto ha origine con la tradizione aristocratica, che vedeva la tavola come un luogo di incontro, di conoscenza e di conversazione, dove il cibo (e quindi l'appetito) in qualche modo passavano in secondo piano. Ecco perché secondo il Galateo si tratta di un errore, ed è meglio evitare di dire buon appetito a tavola.
Evitare di pronunciare frasi come “Piacere”, “Molto lieto”, “Fortunatissimo”, “Piacere di incontrarla”. Perché? Non sai se sarà o non sarà un piacere! Non si dice piacere, perché il piacere è ancora da verificare quindi è una espressione di insincerità.