Hegel ha considerato la fenomenologia come un'opera propedeutica a tutta la filosofia. Ma c'è un equivoco, un duplice andamento della fenomenologia: 1) movimento della coscienza che ripercorre le tappe raggiunte dallo spirito; 2) divenire dello spirito all'interno della storia.
Nella Fenomenologia dello spirito il filosofo Friedrich Hegel illustra il cammino che la coscienza compie per giungere alla scienza dell'Assoluto, ma anche la via che il principio percorre per giungere a se stesso, superando la distinzione tra soggetto e oggetto.
Secondo Hegel la libertà individuale non esiste e tutto è determinato nello Spirito e dallo Spirito, che è anche Ragione, Essere e Idea e, insieme, il Dio di Platone, quello di Plotino, di Proclo e di Spinoza, panteistico e panenteistico. Il Dio di Hegel è necessità assoluta che si fa identità assoluta.
Struttura dell'opera. Nel 1807 Hegel pubblica la Fenomenologia dello spirito, opera in cui studia come lo spirito si manifesta nella realtà attraverso la coscienza umana. Fenomenologia significa infatti “scienza di ciò che appare”.
Perché Hegel scrive la Fenomenologia dello spirito?
Lo scopo di quest'opera è quello di superare la logica di Aristotele (il principio di non contraddizione) estremizzandolo nella teoria logica della dialettica hegeliana. È considerata tutt'oggi come una delle opere più complesse di tutta la storia della filosofia.