– 1. Eccessivo ritegno nello spendere e nel donare, per un gretto attaccamento al denaro e a ciò che si possiede (considerato, nella dottrina cattolica, uno dei sette peccati capitali): peccare di a.; è noto per la sua grande a.; è un individuo di un'a. sordida; O d'a.
Può interessarti anche. La risposta giusta, se ci rivolgiamo alla classificazione della dottrina morale cattolica, naturalmente non è nessuna di queste sei: il vizio peggiore, secondo la norma gregoriana, è – attenzione – la superbia, che S. Tommaso definisce un desiderio disordinato della propria eccellenza.
L'avaro, come ci insegna Molière, è un individuo che, per definizione, trattiene tutto e non dà nulla e, questo, anche in riferimento ai sentimenti. L'avarizia porta anche verso l'invidia. Vorresti avere tutto e tutto per te e c'è un rodersi dentro al pensiero di quello che possono avere gli altri.
Dante Alighieri famoso scrittore del periodo medioevale come anche al suo seguito Giovanni Boccaccio, nella sua opera “Divina Commedia” rivelò i tre peccati capitali più fatali e coinvolgenti dell'uomo: lussuria, avarizia e superbia.
La superbia si manifesta con eccessiva autostima e disprezzo per gli altri. Viene considerato il peccato più mortale (per lo spirito) dei 7, poiché il superbo si vuole sostituire a Dio, infatti giudica gli altri, stila e mette in pratica sentenze nei confronti degli altri uomini.