Domanda di: Danuta De Santis | Ultimo aggiornamento: 13 dicembre 2023 Valutazione: 4.5/5
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La visita vera e propria, generalmente, consiste nell'esame obiettivo del torace, dell'addome e delle stazioni linfonodali (capo/collo, ascelle, inguine, cavo popliteo). Il medico ematologo al termine della visita provvederà a prescrivere una terapia o ulteriori approfondimenti ed esami diagnostici.
La visita ematologica comprende un'approfondita anamnesi della storia medica del paziente e della sua famiglia, e dei sintomi legati al problema per cui è stato richiesto il consulto ematologico. Successivamente si esegue l'esame obiettivo, cioè un'indagine medica che indaga i segni legati al disturbo.
La visita ematologica è volta alla prevenzione, alla diagnosi e alla cura delle malattie del sangue, come le anemie e le altre anomalie dei globuli rossi, le patologie causate da difetti di coagulazione del sangue e dalla formazione di trombi (malattie tromboemboliche) e le malattie immunoematologiche.
L'ematologo conduce poi un'accurata visita clinica che può durare tra 20 e 40 minuti durante la quale procede alla palpazione dell'addome, all'auscultazione del cuore e dei polmoni, e va alla ricerca di linfonodi ingrossati.
La visita ematologica viene prescritta quando i valori del sangue indicano delle anomalie, o i sintomi del paziente possono essere riconducibili ad una malattia del sangue, del midollo osseo o dei linfonodi.