Nel 1993, dopo il fallimento del piano Vance-Owen, che prevedeva la divisione del Paese in tre parti etnicamente pure, scoppiò un conflitto armato tra bosniaci musulmani e croati sulla spartizione virtuale del territorio nazionale.
In risposta alla protesta autonomista della popolazione di origine albanese, i serbi scatenarono una durissima repressione che colpì, come d'abitudine, soprattutto i civili. Ancora una volta furono i Paesi NATO a intervenire, e ancora una volta la reazione si concretizzò in una serie di bombardamenti.
La guerra in Bosnia ed Erzegovina è strettamente connessa con la dissoluzione della Jugoslavia iniziata con l'indebolimento del governo post-comunista. Infatti, nel caso della Jugoslavia, il comunismo perse la sua forza ideologica e fece strada al rafforzamento del nazionalismo alla fine degli anni ottanta.
La guerra del Kosovo è stato un conflitto armato combattuto dal febbraio 1998 all'11 giugno 1999, nell'ambito delle più ampie Guerre jugoslave. Tra le principali cause della deflagrazione delle ostilità vi fu la definizione dello status del Kosovo, allora appartenente alla Repubblica Federale di Jugoslavia.
La liberazione del Kosovo determina la fine del egemonia Serba dei Balcani. Ed è perciò che i ultranazionalisti Serbi sono passati dal razzismo al odio verso i Albanesi.