Domanda di: Ing. Silverio Caruso | Ultimo aggiornamento: 18 marzo 2023 Valutazione: 4.2/5
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Quando una sezione del dispositivo rileva un guasto, la molla viene liberata e si ha lo scatto, cioè l'apertura dell'interruttore. La forza prodotta dalla molla deve essere tanto più elevata quanto maggiore è l'intensità della corrente da interrompere, ovvero il potere di interruzione del dispositivo.
Il salvavita che scatta è dovuto principalmente ai seguenti motivi: Cortocircuito in atto: è presente un malfunzionamento dell'impianto elettrico. Contatto tra due conduttori: si realizza un contatto con l'elettricità dell'impianto e il salvavita interrompe in maniera immediata il flusso di corrente.
Perché scatta il magnetotermico e non il salvavita?
Se non si spegne istantaneamente, il problema è il sovraccarico. Se da quel momento l'interruttore non interviene più probabilmente si è trattato di un sovraccarico temporaneo, se invece dopo qualche minuto l'interruttore si riapre provare a staccare alcune prese (ad esempio, staccando le prese) e riprovare.
Quando scatta il magnetotermico e quando il differenziale?
L'interruttore differenziale non interviene in caso di sovracorrente o cortocircuito tra fase e fase o tra fase e neutro, per questa protezione occorre installare un interruttore magnetotermico.
Nel momento in cui ha un corto circuito scatta immediatamente lo sganciatore magnetico. In parole povere si genera una forza magnetica che vince quella elastica di una molla, facendo aprire il circuito.