Perché si chiama tempio?

Domanda di: Mietta Pellegrini  |  Ultimo aggiornamento: 30 marzo 2023
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Il tempio è una struttura architettonica utilizzata come luogo di culto. Il termine deriva dal latino templum (recinto consacrato), da una radice indoeuropea che ha avuto come esito in greco τέμενος (temenos), che deriva dal verbo τέμνω, "io taglio".

Che cosa rappresentava il tempio?

Il tempio era dedicato alle divinità greche e ad esso potevano accedere solo i sacerdoti, mentre le cerimonie e i sacrifici si svolgevano all'esterno. Poiché il tempio (dimora della divinità) veniva costruito secondo la stessa tipologia della casa, i primi templi erano in mattoni crudi, fango, legno e paglia.

Perché Tempio Pausania si chiama così?

La denominazione "Pausania" venne aggiunta alla fine dell'Ottocento ad indicare Phausania, la prima sede vescovile in Gallura, secondo alcuni, località medioevale sorta sui ruderi della Olbia romana o nelle sue vicinanze, anche se al momento non vi sono evidenze storico-archeologiche che lo provino.

Come era considerato il tempio?

Nell'antico Egitto il tempio, hwt-netjer, era considerato la "casa del dio", ovvero il luogo nel quale il sacerdote interpretava la parola del dio a cui era adibito il tempio, perciò si professava il culto, da cui partivano anche le celebrazioni in suo onore ed era per questo chiamato tempio divino.

Chi viveva nel tempio?

Il tempio era il luogo in cui vivevano i sacerdoti, per cui conteneva mobili e utensili propri della vita quotidiana, come sedie, letti, bauli, ecc. Poiché esso era anche un centro religioso, vi erano mobili tipici del culto conservati negli ambienti a esso dedicati.

I templi greci - le tipologie