La risposta giusta, se ci rivolgiamo alla classificazione della dottrina morale cattolica, naturalmente non è nessuna di queste sei: il vizio peggiore, secondo la norma gregoriana, è – attenzione – la superbia, che S. Tommaso definisce un desiderio disordinato della propria eccellenza.
La superbia si manifesta con eccessiva autostima e disprezzo per gli altri. Viene considerato il peccato più mortale (per lo spirito) dei 7, poiché il superbo si vuole sostituire a Dio, infatti giudica gli altri, stila e mette in pratica sentenze nei confronti degli altri uomini.
Dante Alighieri famoso scrittore del periodo medioevale come anche al suo seguito Giovanni Boccaccio, nella sua opera “Divina Commedia” rivelò i tre peccati capitali più fatali e coinvolgenti dell'uomo: lussuria, avarizia e superbia.
– Inerzia, indifferenza e disinteresse verso ogni forma di azione e iniziativa: la condizione che caratterizza molti giovani del nostro tempo, afflitti da assenza di interessi, monotonia delle impressioni, sensazioni di immobilità, vuoto interiore, rallentamento del corso del tempo e quindi a.
Dietro la superbia enumerano gli altri sette vizi: la vana gloria, l'avarizia, la lussuria, l'invidia, la gola, l'ira e l'accidia, dando il numero otto, che prevale in Oriente.