Quando la Z è sorda o sonora?

Domanda di: Dott. Nicoletta De Santis  |  Ultimo aggiornamento: 17 marzo 2023
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Quando c'è vibraz

z
La Z o z (in italiano chiamata zeta, /ˈd͡zɛta/) è la ventunesima e ultima lettera dell'alfabeto italiano e la ventiseiesima e ultima dell'alfabeto latino.
https://it.wikipedia.org › wiki › Z
ione delle corde vocali parliamo sempre di Z sonora. La Z sorda (nota anche come Z aspra o Z dura) viene pronunciata senza vibrazione delle corde vocali. Un esempio facile da capire è la parola “vizio”.

Quando si usa la Z sorda?

La "z" aspra o sorda italiana è quella usata per pronunciare il vocabolo calza e deriva spesso dalla "-ti-" seguita da vocale del latino classico. Esempi: alzare, sfilza, calza, milza, innalzare, scalzare, colza, balzano, filza, calzolaio Eccezioni ("z" dolce o sonora): nei vocaboli elzeviro e belzebù.

Come si pronuncia la Z di marzo?

In italiano

Perciò si parla, con riferimento all'italiano, rispettivamente di Z sorda (o aspra) e di Z sonora (o dolce): così, per esempio, è corretto dire che la parola marzo /ˈmart͡so/ si pronuncia con la zeta sorda (o che la zeta di marzo è sorda), mentre la parola garza /ˈɡard͡za/ ha una zeta sonora.

Quando non si usa la doppia Z?

Fin dalle elementari ci hanno spiegato con la regola di "zio, zia, zie" che la doppia zeta non va mai messa prima di due vocali, anche se nella pronuncia la -z viene spesso "rafforzata".

Come si pronuncia la Z di zio?

Eccezioni ("z" aspra o sorda): nel vocabolo zio e suoi derivati che rientrano nella regola della zeta aspra o sorda perché presentano la vocale "i" seguita da un'altra vocale.

La "z" sorda e sonora