Quando non è necessario scalare il cortisone?

Domanda di: Dott. Antonio Ruggiero  |  Ultimo aggiornamento: 14 dicembre 2023
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Nonostante sia uso comune in medicina generale “scalare” la dose di corticosteroidi anche dopo brevi periodi di trattamento la letteratura ci dice come non sia necessaria nessuna riduzione di dose graduale se la terapia con i cortisonici è uguale o inferiore a 3 settimane, anche a dosaggi elevati.

Quando non scalare il cortisone?

In particolare, le persone affette da ulcera peptica, infezioni in corso, cardiopatia o ipertensione devono utilizzare con estrema cautela i cortisonici.

Cosa succede se interrompo il cortisone senza scalare?

Per alcuni principi attivi la necessità di scalare le dosi per «disabituarsi» è nota: i cortisonici, per esempio, vanno abbandonati gradualmente perché influenzano la produzione naturale di ormoni da parte del surrene e uno stop troppo brusco potrebbe provocare insufficienza surrenalica.

Quando bisogna scalare il cortisone?

Nel caso di terapie sistemiche di lunga durata è necessario scalare gradualmente per ridurre il rischio di sviluppare la sindrome da sospensione, caratterizzata da calo dell'appetito, nausea, vomito, stanchezza, dolori articolari e muscolari, mal di testa, perdita di peso, depressione, sonnolenza.

Perché il cortisone va sospeso gradualmente?

Fare attenzione durante la sospensione della terapia.

L'assunzione di corticosteroidi orali per periodi prolungati può indurre le ghiandole surrenali a produrre meno ormoni steroidei naturali. Il medico può ridurre il dosaggio gradualmente per consentire alla ghiandola di ripristinare una normale funzionalità.

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