Quando si usa il capoverso?

Domanda di: Mariagiulia Mariani  |  Ultimo aggiornamento: 17 marzo 2023
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In un testo in prosa per capoverso si intende l'inizio di un blocco di testo separato dal precedente da un punto e a capo. In questo caso, come si è detto, il termine ha a volte come sinonimo paragrafo; ma l'uso è improprio, perché in ogni paragrafo, naturalmente, ci possono essere più capoversi.

Qual è la differenza tra paragrafo e capoverso?

Il capoverso è lungo, in genere, da poche righe a una o due decine ed è l'unità di base del paragrafo. Ogni paragrafo è, infatti, costituito da uno o più capoversi. Testi brevi (per esempio articoli, temi, lettere) possono essere costruiti solo con capoversi, suddivisi tra capoversi di apertura, di mezzo, di chiusura.

A cosa serve il primo capoverso?

Parte di uno scritto o di uno stampato compresa fra un accapo e il successivo. Nelle citazioni di leggi, regolamenti, ecc. si chiamano primo, secondo, terzo c. e così via le suddivisioni dell'articolo corrispondenti rispettivamente al secondo, terzo, quarto comma, spettando al primo comma il nome di «principio».

Come iniziare un capoverso?

Sarebbe buona regola cominciare ogni capoverso con una frase-chiave e concluderlo in modo che richiami la frase di partenza. Questo è un espediente di grande aiuto per il lettore, che ha modo di scoprire fin da subito quello che è lo scopo del capoverso e di tenerlo a mente fino alla conclusione.

Cosa vuol dire testo a capo?

Definizione. L'a capo (o accapo, nome maschile invariabile) si ha quando in un testo scritto la frase è seguita da uno spazio bianco fino alla fine della riga. Spesso, ma non necessariamente, la riga di testo successiva che segue l'a capo comincia con un rientro tipografico.

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