In Italia non ci sono più le vipere di una volta, lamentano gli erpetologi, rimpiangendo le campagne incolte e fruscianti degli anni '50. Oggi i serpenti velenosi sono più rari. Così i morsi (100-200 all'anno) e i decessi: in media uno all'anno contro i 10-20 per punture di insetti.
Si distingue inoltre dagli altri serpenti per i due canini ben evidenti. Le vipere italiane hanno un morso che risulta fatale soltanto nello 0,1% dei casi e quasi sempre la mortalità dipende da complicazioni collaterali come reazioni allergiche, infarti o ictus e non dall'effetto diretto del veleno.
L'Organizzazione mondiale della sanità ha stimato che ogni anno tra 81mila e 138mila persone muoiono a causa di morsi di serpente in tutto il mondo, e di queste quasi la metà sono in India, dove le probabilità di morire a causa del morso di un serpente prima di avere compiuto 70 anni sono una su 250.
Entro pochi minuti dal morso compaiono dolore urente e bruciore severo, seguito da edema duro, ingravescente , eritema, petecchie, ecchimosi e bolle emorragiche che tendono ad estendersi lungo l'arto colpito. Entro 12 ore possono comparire flittene, linfangite, adenopatia.
Il veleno prodotto da Vipera aspis è potente e ha una LD50 intramuscolare di 1 mg/kg di peso vivo (valore simile a molte specie di cobra), tuttavia la quantità secreta è molto ridotta (circa 8–20 mg) e la dose letale per un uomo adulto è di 40–100 mg.