Domanda di: Ing. Kris Fontana | Ultimo aggiornamento: 17 marzo 2023 Valutazione: 4.5/5
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Dai dati forniti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, risulta che circa la metà dei bambini di tutto il mondo sono esposti al fumo ambientale prodotto dai fumatori adulti. In Italia, il 22% dei bambini tra 13 e 24 mesi hanno una madre fumatrice, e circa la metà, il 52%, sono esposti a fumo di tabacco in casa.
I risultati più rilevanti evidenziano che nel 2018 circa uno studente su cinque dai 13 ai 15 anni ha fumato più di una sigaretta negli ultimi 30 giorni. Il fumo di sigaretta è più diffuso tra le ragazze (23,6%) rispetto ai coetanei maschi (16,2%): entrambi i dati sono in calo rispetto al 2014.
Purtroppo i minorenni che fumano in Italia sono il 37%: la percentuale più alta in Europa (almeno tra i Paesi presi in considerazione dallo studio dell'Ocse). Nell'Europa a 25 la media è stata fissata a quota 24, che è comunque una media altissima: significa che in media quasi un quarto dei 15-16enni europei fuma.
Numerosi studi dimostrano una maggiore frequenza dei sintomi respiratori più comuni, tosse, catarro e respiro sibilante nei bambini dei fumatori. Tali studi dimostrano una associazione tra alti livelli i nicotina nel sangue, gravità dell'asma, riduzione della funzionalità polmonare e aumento delle assenze da scuola.
Fuma il 24% delle adolescenti dai 13 ai 15 anni contro il 17% dei ragazzi. Inoltre il 7% delle ragazze e il 4% dei maschi di questa fascia di età fuma più di 20 sigarette al giorno.