Dei 1.076 sacerdoti che ogni anno lasciano il ministero, 554 chiedono la dispensa dagli obblighi derivanti dallo stato sacerdotale: celibato e recita del breviario (1). Degli altri 522 sacerdoti, 74 ogni anno tornano al ministero.
Il voto di castità per la Chiesa cattolica è una virtù e consiste nella scelta volontaria dello stato di castità. Viene confermato dal voto a Dio di conservarsi in tale stato per tutta la vita. Viene inteso come mezzo per raggiungere una vita perfetta secondo le indicazioni del Vangelo.
Il presbitero o l'episcopo o il diacono che chiedano alla Chiesa di essere dispensati dalla promessa del celibato non pongono in essere la fine del sacramento che, come detto, è ritenuto indelebile dalla teologia cattolica e che, dunque, rimarrà fino alla morte; tant'è che lo stesso Codice di diritto Canonico (cfr.
Il vescovo, il presbitero o il diacono dimesso, perde automaticamente i diritti propri dello stato clericale e non è più tenuto ai relativi obblighi. Perde, inoltre, la dignità e i compiti ecclesiastici e rimane escluso dall'esercizio del sacro ministero, né può avere un compito direttivo in ambito pastorale.
Molti preti cattolici sono anche sposati. Anche in Italia. Per esempio, i preti cattolici di rito orientale (greco-bizantino, siriaco, etc) possono sposarsi prima di diventare sacerdoti. Anche il matrimonio dei sacerdoti anglicani sposati che sono ritornati in comunione con la Chiesa cattolica rimane valido.