In sintesi, tutte le componenti di danno diverse dal biologico (tra le quali è ricompreso il danno morale) sono risarcite in una somma corrispondente al 20% di quanto liquidato a titolo di danno biologico.
La Cassazione ha più volte confermato che i danni morali possono essere risarciti in due casi: quando si è violato un diritto costituzionale (quindi uno dei diritti fondamentali della persona come, tra gli altri, l'onore, la reputazione, la famiglia, la salute, l'identità personale);
Il risarcimento del danno emergente viene calcolato dal giudice sulla base della perdita di patrimonio che il soggetto è tenuto a dimostrare. Semplicemente, il giudice sentenzierà che la parte che ha causato il danno è tenuta a risarcire alla parte danneggiata l'ammontare di patrimonio perso.
Di solito, per la determinazione dell'ammontare viene applicato un aumento percentuale, del 30% o anche oltre, sul valore del danno biologico, quando risulta che la menomazione psicologica ha inciso «in maniera rilevante su specifici aspetti dinamico-relazionali personali documentati e obiettivamente accertati» [3].
Il danno morale può essere o meno associato al danno biologico, ma va valutato dal giudice indipendentemente dalla capacità del soggetto di produrre reddito.