Domanda di: Sig.ra Emilia Costa | Ultimo aggiornamento: 16 dicembre 2023 Valutazione: 4.4/5
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I fattori di rischio più comuni di carenza di vitamina D sono: fumo di sigaretta, età avanzata, obesità, allattamento al seno (il latte materno è una scarsa fonte di vitamina D), morbo di Crohn, celiachia, bypass gastrico, insufficienza renale ed epatica.
Il rachitismo è una condizione particolarmente grave poiché riguarda ossa in via di sviluppo che non hanno ancora raggiunto il picco di massa e comporta una crescita ridotta associata a un quadro di deformità scheletriche specifiche, in particolare a livello degli arti.
Dalla dieta invece possiamo ottenere solo un piccolo aiuto per aumentare i livelli di vitamina D: tra i cibi che ne sono più ricchi ci sono alcuni pesci con elevato contenuto di grassi (come il salmone), l'olio di pesce, il tuorlo d'uovo o alcuni alimenti addizionati, come latte e cereali.
Infatti, se da un lato alcune evidenze scientifiche suggeriscono come elevati livelli di vitamina D possano ridurre il rischio di cancro (soprattutto di prostata, colon e mammella), dall'altro altri dati sembrerebbero andare in controtendenza con questa ipotesi.
È importante che vi sia un'adeguata concentrazione di calcio nel sangue, poiché una carenza cronica può comportare un difetto di mineralizzazione ossea che porta allo sviluppo di rachitismo nel bambino e osteomalacia nell'adulto.