Una prima versione fornita da Plutarco vede la fondazione di Roma dovuta al popolo dei Pelasgi, i quali una volta giunti sulle coste del Lazio, avrebbero fondato una città il cui nome ricordasse la loro prestanza nelle armi (rhome).
I suoi primi abitanti erano contadini e pastori. La loro vita era semplice e modesta. Gli storici hanno raccontato che Roma fu fondata dai gemelli Romolo e Remo. I gemelli avevano genitori illustri: la figlia del re di Albalonga e il dio Marte.
Come qualsiasi altra entità storica, anche il popolo romano crebbe e si sviluppò da un ceppo, quello latino, cui appartenevano altri popoli del Lazio antico (Latini), che ebbero poi un destino meno importante. I Romani si avvalsero anche dell'apporto di altre popolazioni vicine: oltre ai Sabini, gli Etruschi.
La leggenda riporta che la città di Roma fu fondata da due fratelli gemelli chiamati Romolo e Remo nel 753 a.C. I fratelli erano i figli del dio Marte e la loro origine era collegata direttamente all'eroe Enea, il quale era scampato alla distruzione della sua città.
L'Italia era divisa al tempo essenzialmente tra queste popolazioni: Liguri (nord-ovest), Veneti (nord-est), Villanoviani e, prima di essi, Proto-villanoviani (centro-nord), Latini Sanniti e Campani (centro e centro-sud), Siculi e Sicani (Sicilia), Sardi e Corsi (Sardegna e Corsica).