Secondo molte fonti, la nascita dei biscotti è da attribuire ad Apicius, un gastronomo romano. Fu lui a creare la ricetta che, all'epoca, era molto diversa dalla nostra: un pastone di frumento e farina da bollire, fare asciugare al sole, tagliare in piccoli quadratini e friggere.
Il biscotto o “Biscottus” (cioè cotto due volte) nacque ai tempi dell'impero romano come alimento adatto ad affrontare lunghi viaggi senza deperirsi e fu in prevalenza usato dai soldati. Le prime variazioni della ricetta prevedevano l'utilizzo di farine molto povere e facilmente reperibili.
Gli Oreo sono tra i più famosi al mondo, i celebri due biscotti al cacao che racchiudono uno strato di crema alla vaniglia. Il biscotto originale è nato a New York nel 1912, allora a produrlo era la Nabisco e la sua forma era diversa, aveva la forma di una piccola montagna.
Il biscotto è una preparazione di cucina e di pasticceria dolce, di dimensioni ridotte (5–10 cm) e di forma varia, solitamente cotta nel forno sino a perdere quasi ogni traccia di umidità. La parola deriva dal latino «panis biscotus», significante «pane cotto due volte», e le cui prime evidenze risalgono al X secolo.
Conosciuto già nel XV secolo in tutta Europa dove era stato portato dai cialdonai inglesi. Vennero prodotti per la prima volta su scala industriale con il nome di Neapolitaner wafer ("wafer di Napoli") dall'azienda austriaca Manner nel 1898.