Domanda di: Ing. Giacinta Palumbo | Ultimo aggiornamento: 17 marzo 2023 Valutazione: 5/5
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“Chi non conosce la storia è condannato a ripeterla”, diceva il politico e filosofo britannico Edmund Burke, già nella seconda metà del '700. Una frase che, incisa in trenta lingue diverse, campeggia su un monumento collocato nel campo di concentramento di Dachau, un monito che non può lascare indifferenti.
Come si definisce una persona che non ammette i propri errori?
Chi non è in grado di ammettere i propri errori è molto spesso un narcisista, vale a dire quel soggetto che è pronto a rendere pubblico ogni tipo di successo, ogni obiettivo raggiunto, ma guai a mostrare un segno di debolezza o riconoscere un torto fatto.
Perché l'uomo non impara dagli errori del passato?
La risposta è molto semplice. La causa dei nostri errori reiterati è rappresentata dalla pessima classificazione degli eventi quotidiani che a loro volta hanno modellato il nostro modo di percepire la storia e di insegnarla nelle scuole. In altre parole il nostro sistema di studiare la storia fa letteralmente schifo.
Sbagliare è condizione base dell'apprendimento: l'errore è un componente naturale della nostra esistenza umana e necessario alla nostra crescita. Pretendere di non sbagliare, quindi, ci espone ad un sicuro fallimento perché nessun essere umano non può non commettere errori: è impossibile, è innaturale e inumano.
Quando una persona ammette i propri errori presenta già una soluzione: è consapevole di cosa non va e si impegnerà nel migliorare. Se invece non li ammette, oppure li ammette solo in modo generico, quello che ha fatto è il suo massimo, lo difende a spada tratta e non riuscirà mai a fare meglio.