Il rosa è una delle radiazioni dello spettro che l'uomo riesce a vedere, talvolta descritto come un colore della gamma del rosso, più tecnicamente si tratta di un rosso chiaro e desaturato, ottenuto dalla sintesi additiva del rosso con il bianco.
Il rosa e l'azzurro, insieme ad altri colori pastello, furono introdotti nell'abbigliamento per bambini solo nella metà del Diciannovesimo secolo, ma in ogni caso non implicavano ancora alcun significante di genere.
Il nome generico deriva dal latino rosa, con tradizione dotta o semidotta (assenza di dittongo ascendente -uo- e pronuncia sonora della -s- anche nella parlata toscana), forse perché la tradizione della coltivazione di rose si era interrotta nell'Alto Medioevo ed era iniziata di nuovo in età carolingia.
Il rosa è diventato un colore alla moda nella metà del 1700: veniva indossato liberamente sia da uomini che da donne ed è stato reso famoso dalla donna più potente del XVIII secolo, Madame de Pompadour. Per lei, l'azienda di porcellane di Sèvres creò una specifica tonalità di rosa chiamata, appunto, “Rosa Pompadour”.
Perché rosa per le femmine e azzurro per i maschi?
Nella nostra società contemporanea, il rosa, comunemente associato all'universo femminile, è simbolo di un' indole docile e passiva; altri colori, come il bianco, blu o il nero, che secondo il senso comune conferiscono più serietà, sono più adatti a rappresentare la rispettabilità del genere maschile.