Domanda di: Monia Pellegrino | Ultimo aggiornamento: 28 marzo 2023 Valutazione: 4.5/5
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Il pignoramento dello stipendio è considerato pignoramento presso terzi perché non è rivolto direttamente al debitore (che comunque deve conoscere che si sta pignorando il suo stipendio) ma al datore di lavoro del debitore (il terzo soggetto), che dovrà versare la quota di stipendio pignorabile al creditore.
“La legge stabilisce, dunque, che lo stipendio non può essere pignorato oltre il limite di 1/5. Questo calcolo deve essere effettuato sull'importo netto e non su quello lordo.” Esistono, tuttavia, delle eccezioni in cui la percentuale del pignoramento dello stipendio può essere superiore al 20%.
In questo caso, come intuibile, l'atto di pignoramento dovrà essere notificato sia al debitore che al datore di lavoro, che procederà alla trattenuta e accrediterà al dipendente, alla fine del mese, la retribuzione al netto dell'importo pignorato dal creditore.
Un'altra soluzione per cancellare il pignoramento dello stipendio è il cosiddetto saldo e stralcio con cui si ottiene un accordo diretto con il creditore pagando una somma inferiore rispetto al dovuto. Una volta raggiunto l'accordo si ottiene l'estinzione del proprio debito e naturalmente la cancellazione dal CRIF.
Per togliere un pignoramento mediante un accordo col creditore, è necessario esaudire le richieste di quest'ultimo, che provvederà alla cancellazione del pignoramento dopo l'avvenuta stipula di un atto di transazione.