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Quando parte l'astensione obbligatoria?
Il periodo di astensione obbligatoria o interdizione al lavoro, se consideriamo la regola generale, dura 5 mesi in totale e copre il periodo che va: da due mesi precedenti la data presunta del parto; a tre mesi dopo il parto.
Come funziona l'astensione obbligatoria?
Il congedo di maternità obbligatoria dura 5 mesi, suddivisi tra periodo pre parto, che di solito dura 2 mesi e periodo post parto che di solito dura 3 mesi. Le madri possono anche scegliere di lavorare l'ottavo mese e il nono mese di gravidanza e di usufruire del congedo di 5 mesi interamente dopo il parto.
Da quando decorrono i tre mesi dopo il parto?
In termini generali, è vietato adibire al lavoro le donne: a) durante i due mesi precedenti la data presunta del parto; b) durante i tre mesi dopo il parto (precisandosi che il computo decorre dal giorno successivo a quello del parto).
Come fare per tornare a lavoro quando si allatta?
Sarà opportuno iniziare a estrarre e conservare il latte circa 15-20 giorni prima del rientro al lavoro, in modo da prendere confidenza con lo strumento (se si sceglie un tiralatte) o con la tecnica (se si opta per la spremitura manuale).
Come si può stare a casa fino all'anno del bambino?
Se ti piacerebbe stare ancora con il tuo bebè, almeno fino al compimento dell'anno di età, parlane con il datore di lavoro. Potrebbe concederti l'aspettativa per maternità. Se te la concede, puoi stare a casa fino ai 12 mesi compiuti del bebè.
Chi comunica all'INPS la maternità obbligatoria?
Domanda maternità obbligatoria quando farla Prima dell'inizio del periodo di congedo di maternità, la lavoratrice deve far pervenire all'INPS il certificato medico di gravidanza, per il tramite di un medico del Servizio Sanitario Nazionale o con esso convenzionato.
Quanto tempo si può stare a casa dopo il parto?
durata e decorrenza. La durata del congedo dopo il parto dura: tre mesi e i giorni compresi tra la data presunta ed effettiva qualora il parto sia avvenuto in ritardo rispetto alle previsioni.
Come si contano i tre mesi dopo il parto?
Con la nuova norma, il congedo si calcola aggiungendo ai 3 mesi post partum tutti i giorni compresi tra la data del parto fortemente prematuro e la data presunta del parto, risultando così di durata complessivamente maggiore rispetto al periodo di 5 mesi precedentemente previsto.
Quanti sono i mesi di maternità a lavoro?
Congedo di maternità: si tratta di un periodo, flessibile, di astensione obbligatoria dal lavoro per un totale di 5 mesi. I due mesi precedenti la data presunta del parto e i tre mesi dopo il parto. Un mese precedente al parto e 4 mesi successivi, previo parere medico preventivo.
Chi decide l'orario di lavoro durante l'allattamento?
Orario allattamento: chi lo decide In ogni caso la legge prevede che i permessi per allattamento vadano fissati sulla base di un accordo tra la lavoratrice e il datore di lavoro o attraverso l'intervento della Direzione provinciale del lavoro (DPL).
Come funzionano le ferie in allattamento?
Le ferie non maturano anche durante i riposi giornalieri (il cosiddetto “allattamento”). ... La legge obbliga la madre ad astenersi dal lavoro per:
2 mesi prima la data presunta del parto, 3 mesi dopo il parto, alcuni giorni aggiuntivi, in caso il parto avvenga in anticipo o in ritardo.
Quanto dura l'allattamento Inps?
Quando termina l'allattamento inps? Chi è interessato al congedo si chiederà fino a quando è possibile usufruire del periodo allattamento inps: la lavoratrice, o il lavoratore, ha diritto ai permessi per l'allattamento inps fino al primo anno di vita del bambino.
Come prolungare la maternità dopo il parto?
Come fare la richiesta La richiesta va effettuata subito dopo la nascita del bambino, compilando e inviando una domanda alla direzione territoriale del lavoro (qui il link). Nel documento andranno specificati i rischi eventuali per la salute della donna dopo il parto.
Quanti sono i mesi di astensione facoltativa?
Al genitore solo, dopo le modifiche apportate dal Decreto legislativo 30 giugno 2022, n. 105, sono riconosciuti 11 mesi ( e non più 10) continuativi o frazionati di congedo parentale, di cui 9 mesi (e non più 6) sono indennizzabili al 30%.
Cosa succede se si presenta la domanda di maternità obbligatoria in ritardo?
Nel caso di una domanda maternità obbligatoria in ritardo il rischio è quello di perdere l'assegno per l'indennizzo dalla data di scadenza della domanda fino a quella della sua approvazione. Per questo motivo è fondamentale presentarla entro il settimo mese di gravidanza, presso l'INPS, il Patronato o dal sito.
Quanto tempo si può prolungare la maternità?
Il periodo di maternità obbligatoria della durata di cinque mesi può essere allungato fino a raggiungere un periodo di circa due anni se ai cinque mesi previsti di astensione obbligatoria dal lavoro si aggiungono ulteriori due mesi per lavoratrici considerate usuranti, congedo di maternità facoltativo e aspettativa ...
Cosa presentare al datore di lavoro per maternità obbligatoria?
La richiesta va indirizzata all'Inps e poi inviata al proprio datore di lavoro. La prima cosa da fare è avere dal proprio ginecologo un certificato che attesti lo stato interessante e indichi la data presunta del parto. Se il vostro è un medico del Servizio sanitario nazionale, questo certificato vi sarà sufficiente.
Quanto costa all'azienda una dipendente in maternità?
Come spiega IPSOA «l'INPS eroga l'80% della retribuzione. Successivamente, il datore di lavoro eroga la differenza risultante tra l'indennità INPS lordizzata e la retribuzione normale che sarebbe spettata alla lavoratrice non in congedo». Il costo del lavoro che rimane a carico dell'azienda, quindi, è pari all'1,4%.
Quanti giorni di congedo parentale al 100 %?
Per i 10 giorni di congedo parentale padri spetta la retribuzione piena al 100%, che secondo i casi viene pagata direttamente dall'Inps o anticipata dal datore di lavoro, che poi verrà risarcito dall'Inps stessa.
Cosa c'è dopo la maternità obbligatoria?
Il congedo parentale (facoltativo) Dopo aver usufruito del congedo obbligatorio, la mamma lavoratrice ha a disposizione un periodo di sei mesi astensione dal lavoro: questo periodo può essere goduto fino agli otto anni di età del figlio in modo continuativo o frazionato nel tempo.