Domanda di: Bettino Ferrari | Ultimo aggiornamento: 2 novembre 2023 Valutazione: 4.5/5
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A partire dal 2002 il vaccino utilizzato è il vaccino Salk o IPV contenente i tre virus della poliomielite uccisi (inattivati), somministrato con un'iniezione per via intramuscolare o sottocutanea. Il ciclo completo della vaccinazione antipoliomielite prevede la somministrazione di 4 dosi.
Come veniva somministrato il vaccino antipolio negli anni 60?
Jonas Salk (1914-1995) presentò il suo vaccino antipoliomielite il 12 aprile 1955. Si trattava di un vaccino “inattivato” (IPV), da somministrare con iniezione intramuscolo. Perché restasse a disposizione di tutti, non lo brevettò mai.
Quando è finita la vaccinazione antipolio in Italia?
Grazie alla vaccinazione praticata in tutto il mondo la malattia è quasi completamente debellata: meno di 1000 casi l'anno nel mondo; ultimo caso negli Stati Uniti nel 1979, ultimo caso in Italia nel 1982.
Come sapere se si è vaccinati per la poliomielite?
Il ciclo vaccinale è costituito da tre dosi di vaccino somministrate entro il primo anno di vita seguite da un richiamo tra il 5° e il 6° anno di vita e a 12-13 anni. Il vecchio tipo di vaccino che conteneva virus vivi attenuati (vaccino orale o di Sabin) non è più disponibile in Europa.
Il vaccino per il vaiolo causa una escoriazione che nel giro di 3-4 giorni si trasforma in una piccola ferita rossa ed irritata che diventa vescica che si riempie di pus e poi si secca. Dopo tre settimane dalla vaccinazione, la crosta cade e lascia una cicatrice.