Salassi, purghe, rimedi vegetali, nulla riusciva ad ostacolare la malattia. Cavare il “sangue cattivo” divenne uno dei capisaldi della terapeutica medievale, nonché uno dei rimedi più utilizzati contro la peste, e nello stesso tempo accelerante della fine.
Quando si era malati si veniva ben presto rinchiusi in un lazzaretto e al momento della morte si veniva seppelliti in fosse comuni. Per curare la peste si usavano erbe, tabacco, mazzi di fiori ecc. La Chiesa credeva che la peste fosse una punizione divina per i tanti peccati commessi in passato.
I ricchi erano curati a casa, mentre la maggior parte delle persone malate veniva trasferita nel lazzaretto, luogo di confinamento e d'isolamento dove: Potevano avere cure gratuite da medici coperti da lunghe vesti e da maschere. Le famiglie del malato ricevevano cibo gratuito.
I medici della peste erano dei dipendenti pubblici assunti dai villaggi o dalle città quando una pestilenza colpiva la popolazione. I loro compiti principali erano due: alleviare le sofferenze degli appestati e compilare il libro pubblico in cui venivano registrate le ultime volontà dei moribondi.
in Italia queste c'erano da secoli e non impedirono l'epidemia. Altri hanno attribuito la scomparsa della peste a un fenomeno biologico: il ratto nero, che da sempre viveva Europa, fu infatti soppiantato da un'altra specie, il ratto marrone, il cui parassita è una pulce meno ricettiva del bacillo della peste.