Domanda di: Dr. Ione Valentini | Ultimo aggiornamento: 27 marzo 2023 Valutazione: 4.9/5
(24 voti)
11 - La Z dolce o sonora
La si può riconoscere anche perché durante la sua pronuncia viene emessa voce e quindi vibrano le corde vocali, per questo viene definita "sonora". Esempi: prandium --> pranzo, radius --> razzo.
La Z o z (in italiano chiamata zeta, /ˈd͡zɛta/) è la ventunesima e ultima lettera dell'alfabeto italiano e la ventiseiesima e ultima dell'alfabeto latino.
Quando c'è vibrazione delle corde vocali parliamo sempre di Z sonora. La Z sorda (nota anche come Z aspra o Z dura) viene pronunciata senza vibrazione delle corde vocali. Un esempio facile da capire è la parola “vizio”.
Perciò si parla, con riferimento all'italiano, rispettivamente di Z sorda (o aspra) e di Z sonora (o dolce): così, per esempio, è corretto dire che la parola marzo /ˈmart͡so/ si pronuncia con la zeta sorda (o che la zeta di marzo è sorda), mentre la parola garza /ˈɡard͡za/ ha una zeta sonora.
La "z" aspra o sorda italiana è quella usata per pronunciare il vocabolo calza e deriva spesso dalla "-ti-" seguita da vocale del latino classico. Esempi: alzare, sfilza, calza, milza, innalzare, scalzare, colza, balzano, filza, calzolaio Eccezioni ("z" dolce o sonora): nei vocaboli elzeviro e belzebù.