La maggior parte degli attacchi sono verso le petroliere. I pirati rubano il petrolio da navi cisterna e lo rivendono sul mercato nero, ottenendo profitti considerevoli che finanzierebbero anche Al-Qaeda.
Rubavano cibo, acqua e ogni genere di vettovaglie. Inoltre si impadronivano di tutte le medicine, perchè all'epoca i medicinali erano rari e costosi. Qualche volta i pirati si impossessavano dell'intera nave!
I pirati esistono ancora quindi, e navigano per i mari, in particolare in Asia, Sud America e nei mari dell'Europa dell'Est. Per esempio in Somalia, si dedicano principalmente al furto di petrolio dirottando le navi cisterna e prendendo in ostaggio gli equipaggi, per i quali chiedono anche pesanti riscatti.
Le più utilizzate sono manovre ad elevata velocità col fine di creare un forte moto ondoso oppure getti d'acqua. Il 16 febbraio del 2018, ad esempio, è stato sventato un attacco grazie ad un getto d'acqua bollente. Per difendere l'equipaggio dai pirati di oggi, alcune navi hanno apposite aree chiuse.
Ad oggi, infatti, le zone a più alto rischio di pirateria sono nello stretto di Malacca, nello stretto di Singapore, in alcune zone dei Caraibi, nel golfo di Aden e al largo del corno d'Africa, in particolare della Somalia.