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Come prepararsi ad un raschiamento?
Prima dell'intervento Prima di procedere con il raschiamento, la donna viene sottoposta ad una scrupolosa visita ginecologica, spesso associata a tampone cervico-vaginale ed ecografia dell'utero. Normalmente, sono anche richieste le analisi del sangue per esaminare eventuali, possibili, disturbi della circolazione.
Come cambia il corpo dopo un aborto?
Dopo un aborto chirurgico, la donna può sperimentare alcuni sintomi come: Crampi addominali: sono comuni dopo l'interruzione volontaria di gravidanza chirurgica. Possono essere dolorosi e durare da alcuni giorni a diverse settimane. Sanguinamento vaginale: può durare da alcuni giorni a diverse settimane.
Che tipo di anestesia si fa per il raschiamento?
A volte è necessario dilatare il collo dell'utero. Per le donne alla prima gravidanza, questa dilatazione può essere facilitata ammorbidendo precedentemente la cervice con appositi farmaci. Siccome questo intervento è doloroso, è necessaria un'anestesia totale o parziale (peridurale).
Quanti giorni di riposo dopo l'aborto?
Congedo: chi ne ha diritto? “Il Testo Unico in materia (D Lgs 151/2001) considera l'interruzione della gravidanza, spontanea o volontaria, a tutti gli effetti una malattia.” Qualora invece avvenga dopo i 180 giorni dall'inizio della gestazione, il Testo Unico riconosce il congedo di tre mesi, con la relativa indennità.
Come lavarsi dopo un raschiamento?
Per evitare un'infezione, dopo un aborto è necessario Non fare bagni nella vasca ad immersione; solo docce tiepide, si può sempre con la doccia lavarsi i capelli, evitando l'acqua calda. Non usare tampax o assorbenti interni, ma solo esterni.
Cosa succede se non si fa il raschiamento?
Il trattamento chirurgico dell'aborto, sia volontario che spontaneo, deve essere eseguito da personale esperto, infatti, se il raschiamento non viene eseguito correttamente o insorgono complicazioni, la successiva fertilità può risultare compromessa.
Cosa si espelle con l'aborto spontaneo?
Aborto spontaneo: morte del feto, a volte con eliminazione di prodotti del concepimento (feto e placenta), prima di 20 settimane di gestazione. Decesso del feto (natimortalità La gestione è il parto e l'assistenza post-partum.
Cosa succede se non si fa il raschiamento dopo aborto?
Il trattamento chirurgico dell'aborto, sia volontario che spontaneo, deve essere eseguito da personale esperto, infatti, se il raschiamento non viene eseguito correttamente o insorgono complicazioni, la successiva fertilità può risultare compromessa.
Cosa portare in ospedale per l'aborto?
Al momento del primo accesso in Ospedale (domenica pomeriggio), è necessario portare:
il certificato per l'interruzione di gravidanza; i referti degli eventuali accertamenti già eseguiti (esami ematochimici, ecografia ostetrica); la tessera sanitaria; un documento d'identità.
Quanti giorni a casa dopo raschiamento?
Dopo il ritorno a casa, si raccomanda di riposare per almeno 24 ore ed evitare attività fisica per circa 5 giorni. Si può tornare al normale programma entro 2 settimane dal raschiamento, anche se le donne possono sentire la necessità di riprendere dopo qualche giorno.
Come si fa il raschiamento dopo un aborto spontaneo?
1) la terapia chirurgica: è il cosiddetto "raschiamento" mediante isterosuzione. In pratica, si procede all'aspirazione del materiale abortivo ritenuto in cavità uterina, mediante una cannula inserita attraverso il canale cervicale.
Quanto tempo dopo un aborto si deve rientrare al lavoro?
In caso di aborto spontaneo o terapeutico, la dipendente deve produrre, entro giorni 15, il certificato medico rilasciato dall'Ufficio Sanitario dell'A.S.L. oppure da un medico di fiducia.
Quante ore di digiuno prima del raschiamento?
Al momento del ricovero la donne deve presentarsi a digiuno da almeno 6 ore e possono essere accompagnate da una persona di fiducia.
Come si sta dopo un aborto chirurgico?
Dopo l'aborto chirurgico, la donna può riportare alcuni sintomi come crampi addominali, sanguinamento vaginale, nausea e vomito. In alcuni casi possono verificarsi anche infezioni o complicanze.
Quanto dura l'aborto chirurgico?
L'aborto chirurgico prevede l'aspirazione del materiale ovulare dalla cavità uterina solitamente preceduta dalla dilatazione del collo uterino: è un intervento eseguito in sala operatoria, della durata di circa 10-20 minuti; può essere effettuato, a scelta della donna, in anestesia locale (infiltrazione di anestetico ...
Cosa non fare dopo aver abortito?
Per evitare un'infezione, dopo un aborto è necessario Non usare tampax o assorbenti interni, ma solo esterni. Non fare lavande vaginali, ma lavarsi solo esternamente. Non avere rapporti sessuali per 20 giorni, tenendo conto dello stato di salute locale e del pericolo di rimanere nuovamente incinte in questo periodo.
Come capire se ho espulso la camera gestazionale?
“La diagnosi è ecografica: quando la donna si sottopone al primo controllo, l'anomalia risulta immediatamente evidente”, spiega Arianna Prada. “In questi casi, in genere il medico invita la futura mamma a ripetere il controllo ecografico dopo 7-10 giorni per avere la certezza che la gravidanza si è interrotta”.
Cosa si prova dopo aborto?
Senso di colpa, ansia, angoscia, tristezza, depressione, abuso di alcol e droghe, autolesionismo, totale perdita di autostima. Questi solo alcuni degli effetti inevitabili e devastanti che, secondo alcuni, si manifesterebbero nelle donne che hanno scelto di interrompere una gravidanza.
Quando si fa l'aborto chirurgico?
L'aborto chirurgico può essere utilizzato per la maggior parte delle gravidanze, fino a 24 settimane. Per le gravidanze di meno di 11 settimane (spesso chiamato aborto medico) o di più di 15 settimane (spesso chiamata induzione) possono essere utilizzati farmaci.
Perché è più facile rimanere incinta dopo un aborto?
La ragione principale è che nel caso degli aborti chirurgici possono comparire lesioni nella parete dell'utero o insorgere un'insufficienza cervicale che rende difficile una nuova gravidanza.