VIDEO
Trovate 44 domande correlate
Cosa succede se non mi licenzio?
Al di là degli effetti economici (mancata retribuzione), a seconda delle previsioni dei contratti collettivi o dei codici disciplinari, le assenze senza giustificazione possono esporre il dipendente a pesanti responsabilità fino a portare, nei casi estremi, al licenziamento.
Come lasciare il lavoro e prendere la disoccupazione?
In due soli casi é possibile percepire la disoccupazione in caso di dimissioni: quando le dimissioni avvengono per giusta causa e in caso di lavoratrici madri. Se quindi il lavoratore si dimette per giusta causa, ha comunque diritto all'assegno di disoccupazione.
Chi viene licenziato prende la disoccupazione?
Cominciamo col dire che, in via generale, hanno diritto alla disoccupazione tutti coloro che subiscono un licenziamento. Ciò vuol dire che non accedono invece all'indennità coloro che hanno presentato le dimissioni o che hanno firmato una risoluzione consensuale del contratto.
Quando vieni licenziato devi firmare?
Uno degli errori più comuni nei licenziamenti è quello di dare la lettera al lavoratore e di riconsegnarla firmata un altro giorno. La lettera deve essere firmata nello stesso momento della consegna, ma nell'eseguire questo compito bisogna essere molto cauti. È inutile cercare di far firmare il dipendente se non vuole.
Quando ti licenzi hai diritto alla disoccupazione?
Come abbiamo visto, in linea generale chi si dimette non ha diritto alla disoccupazione. Questo significa che se ti licenzi per tua volontà, per motivazioni puramente personali, magari perché non guadagni abbastanza o perché il tuo lavoro attuale non ti piace più, non avrai diritto alla NASpI.
Cosa rischia chi ruba?
La norma che lo disciplina infatti, l'articolo 624 c.p., stabilisce al primo comma che: “Chiunque s'impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, al fine di trarne profitto per sé o per altri, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 154 a euro 516″.
Come difendersi dalle ingiustizie sul lavoro?
Ecco le 5 regole principali per non rimanere vittime delle ingiustizie lavorative.
Imparare a gestire il proprio tempo. ... Avere una corretta informazione sull'ambiente di lavoro. ... Creare gruppi e alleanze sul luogo di lavoro. ... Cercare forme di sostegno sociale. ... Avere del tempo “offline”
Cosa succede dopo la denuncia all'ispettorato del lavoro?
Cosa succede dopo la denuncia Per le prestazioni a carattere assistenziale (ad esempio congedo di maternità o trattamento di malattia), la denuncia è trasmessa all'INPS oppure si viene invitati a rivolgersi alla sede dell'Istituto previdenziale territorialmente competente.
Cosa succede se un ragazzo ruba?
Questo reato è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione fino a tre anni e con la multa fino a 1.032 euro. Se il fatto è commesso su cose possedute a titolo di deposito necessario, la pena è aumentata. Si procede d'ufficio, se ricorrono talune specifiche aggravanti.
Chi accusa senza prove?
L'assenza di prove non è fonte di responsabilità per chi sporge una denuncia o una querela, a meno che questi non agisca in malafede, ossia con la consapevolezza dell'altrui innocenza. Solo in quest'ultimo caso si commette calunnia e si può essere controdenunciati dall'imputato assolto per insufficienza di prove.
Quanto durano le indagini per furto?
È pari un anno la nuova durata delle indagini preliminari, che scende a sei mesi se si procede per una contravvenzione e sale a un anno e mezzo quando l'inchiesta è sui uno dei più gravi delitti indicati dall'articolo 407, secondo comma, Cpp.
Quali sono le giuste cause per essere licenziati?
Costituiscono, in particolare, giustificato motivo oggettivo la crisi dell'impresa, la cessazione dell'attività o anche solo il venir meno delle mansioni cui è assegnato il lavoratore, senza che sia possibile il suo ricollocamento in altre mansioni esistenti in azienda e compatibili con il suo livello di inquadramento.
Chi sono i primi a essere licenziati?
In genere, si prevede che debba prevalere colui che ha maggiore anzianità di servizio (anche soltanto un giorno di servizio in più) oppure si rinvia al criterio della prevalenza delle esigenze produttive-aziendali.
Chi ha un contratto a tempo indeterminato può essere licenziato?
Il datore di lavoro può licenziare un dipendente a tempo indeterminato solo per una giusta causa, ossia solo in caso di gravi azioni commesse dal lavoratore che non permettano lo svolgersi della normale attività.
Quanto si paga per licenziare un dipendente?
Come abbiamo visto fino ad ora il ticket di licenziamento deve essere pagato dall'azienda quando il dipendente ha il diritto di ricevere la Naspi, anche se poi effettua la domanda. dimissioni della lavoratrice in maternità.
Cosa succede se un datore di lavoro licenzia un dipendente?
5 della Legge n. 300/1970 prevede la risoluzione del rapporto di lavoro con effetto dalla data del licenziamento e condanna il datore di lavoro al pagamento di un'indennità risarcitoria onnicomprensiva determinata tra un minimo di dodici e un massimo di ventiquattro mensilità dell'ultima retribuzione globale di fatto.
Chi si licenzia ha diritto alla liquidazione?
Non viene cioè corrisposta alla fine del mese o a una data definita. Il TFR che ricordiamo spetta a qualsiasi lavoratore, indipendentemente da come si è concluso il rapporto di lavoro: dimissioni, licenziamento, risoluzione consensuale pensionamento, è disciplinato dall'articolo 2120 del Codice civile.
Cosa devo pagare se mi licenzio?
Se la parte che intende interrompere il rapporto di lavoro non rispetta il periodo di preavviso, è tenuta a corrispondere alla controparte un'indennità sostitutiva dello stesso, pari alle retribuzioni che il lavoratore avrebbe percepito se avesse lavorato durante il preavviso.
Cosa chiedono gli ispettori del lavoro?
Può essere richiesta tutta la documentazione contrattuale, previdenziale e assicurativa relativa ai dipendenti assunti dall'Azienda. Questa fase è utile anche a verificare la veridicità delle dichiarazioni rilasciate. Potrà essere richiesto anche l'esame del libro unico del lavoro.
Quando il datore di lavoro urla al dipendente?
Con sentenza n. 2378 del 20 gennaio 2022 la VI Sezione penale della Corte di Cassazione ha affermato che integra il reato di maltrattamenti il comportamento del datore di lavoro che offende il dipendente, soprattutto quando ciò avviene alla presenza di altre persone.