Domanda di: Sig. Ippolito Negri | Ultimo aggiornamento: 12 dicembre 2023 Valutazione: 4.1/5
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“Se il fatto non sussiste, se l'imputato non lo ha commesso, se il fatto non costituisce reato o non è previsto dalla legge come reato ovvero se il reato è stato commesso da persona non imputabile o non punibile per un'altra ragione, il giudice pronuncia sentenza di assoluzione indicandone la causa nel dispositivo”.
- Quest'ultima formula di proscioglimento viene usata quando sia stata accertata, sotto l'aspetto fenomenico, la sussistenza dell'elemento oggettivo del reato, cioè il fatto corrisponde ad una figura tipica di reato, ma nella condotta dell'imputato non si ravvisa l'elemento soggettivo del dolo o della colpa.
In pratica, quando un giudice emette un'assoluzione perché il fatto non sussiste, significa che non ci sono sufficienti prove per dimostrare che il reato contestato sia stato commesso dal soggetto imputato e pertanto, il giudice non può condannare il soggetto imputato perché non esiste un fatto costituente reato.
Le formule “il fatto non sussiste” e”l'imputato non ha commesso il fatto” rappresentano l'assoluzione più ampia, negando il presupposto storico dell'accusa.
Cosa vuol dire assolto per non aver commesso il fatto?
Assoluzione perché l'imputato non ha commesso il fatto
Questa formula viene utilizzata dal giudice quando accerta che il fatto di reato è avvenuto, ma non è stato commesso dall'imputato bensì da un'altra persona. Anche questa formula assolutoria si configura come un'assoluzione piena.