Domanda di: Ing. Gilda Serra | Ultimo aggiornamento: 17 marzo 2023 Valutazione: 5/5
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La parola giapponese per gatto è Neko, scritta con il kanji 猫. Sembra che il gatto sia arrivato in Giappone dalla Cina, quasi sicuramente intorno all'anno 538 d.C. insieme al buddismo; sembra infatti che i monaci, per tenere al sicuro i manoscritti buddisti dai topi, avessero sempre almeno un gatto nei templi.
In Giappone, sin dall'antichità, il gatto è sempre stato un animale molto amato perché teneva i topi lontani dai raccolti e dai bachi da seta. Per questo motivo, non solo in Giappone ma in tutto l'estremo oriente, il gatto viene associato tutt'ora alla fortuna e al benessere economico.
Il maneki neko (招き猫? lett. "gatto che chiama"), anche noto come "gatto che dà il benvenuto", "gatto della fortuna" o "gatto del denaro", è una diffusa scultura giapponese, spesso fatta di porcellana o ceramica, che si ritiene porti fortuna al proprietario.
Il maneki neko (招き猫 lett. "gatto che chiama"), anche noto come "gatto della fortuna", è un portafortuna giapponese, che raffigura un gatto intento a chiamare a sé lo spettatore.
Nel feng shui, il gatto portafortuna giapponese bianco deve essere collocato nella parte nord di una stanza per ottenere maggiori opportunità di carriera.